26 Aprile 2024

Alessandro Pontremoli a NID Platform: la danza tra arte e pratica

Consigliamo di usare delle cuffie e di unire all’ascolto la lettura del testo trascritto qui sotto per seguire meglio l’interessante contributo di Alessandro Pontremoli, docente all’Università di Torino e membro della Commissione Consultiva Danza del MiBACT.

Il concetto stesso di estetica presuppone coordinate storiche, sociali, culturali, filosofiche, che a mio parere non determinano più il punto di incontro con una pratica, la danza,  che ci ostiniamo a definire ancora artistica solo per inerzia e conservatorismo lessicale. Se vogliamo addentrarci sulla fotografia del presente, e del presente nazionale, qui ancora siamo imprecisi, nel definire un territorio che nell’ambito della danza forse comincia solo oggi a presentare caratteristiche identitarie storiograficamente definibili. Occorre quindi fermarci prima dell’aggettivo, e rimanere fermi al concetto di pratica, e da qui, da questo ancoraggio minimo ma concreto, ripartire per cercare di nominare di volta in volta la pratica della quale stiamo parlando. E questo perché arte ed estetica sono concetti che ereditiamo da una condizione romantica e borghese dell’agire poietico, che hanno funzionato unicamente in un periodo circoscritto tra Sette e Ottocento, e per di più in un territorio limitato della società occidentale in formazione. Secondo questo pensiero, esiste l’arte, ed essa ha il compito di dire l’indicibile o di annunciare, apocalitticamente, che c’è dell’irrappresentabile. Tuttavia questa visione, in verità assai poco rivelativa, dimostra tutta la sua indigenza di fronte all’avanzare della necessità, piuttosto, di attestare, testimoniare, l’inattestabile. Gli eventi inauditi e gravissimi, e i gravissimi drammi sociali del presente, obbligano ad un ripensamento radicale del rapporto tra poiesis e praxis, al punto da sovvertirne la gerarchia. [Read more…]

Fabio Acca a NID Platform: Stare di lato. Discorso esoterico per una danza anfibia

Consigliamo di usare delle cuffie e di unire all’ascolto la lettura del testo trascritto qui sotto per seguire meglio l’interessante contributo dello studioso Fabio Acca.

Fabio Acca è studioso delle arti performative e ci presenta uno speech intitolato “Stare di lato. Discorso esoterico per una danza anfibia”.
Fabio Acca mette al centro una nuova figura non accademica ovvero i “Nuovi Cogitanti” e presenta tre parole che a suo avviso delimitano il concetto contemporaneo della danza di oggi: “lateralità”, “paesaggio” e “realismo inverso”.

“Nuovi Cogitanti” individua una nuova figura nel campo dell’arte che non si piega mai a una gerarchia del razionale, contemplando semmai grazie all’esercizio retorico, lo spazio si pone tra pratica e pensiero: Fabio Acca appartiene a questa forma di saperi di cui le accademie si sono col tempo liberate e che predilige un punto di vista selettivo, non solo storico e accademico, piuttosto curatoriale.
Questo serbatoio anarchico lanciato sul tentativo di confini del linguaggio consente di praticare qualcosa che Fabio Acca ha imparato a definire la “Lateralità”.
Accanto alla Lateralità, a delimitare la danza italiana, è anche un’altra nozione: “paesaggio”. Nel lessico dei coreografi svuota l’automatismo della tradizione italiana di perfezione corporea leonardesca della figura umana per lasciare piuttosto un disordine della scena vissuta come una città de-idealizzata, priva di ordine gerarchico se non la membrana spazio temporale in cui si pone l’azione. Questo comporta una sorta di neo-medievalismo ovvero la riformulazione in chiave contemporanea di un’estetica in cui il rapporto tra realtà e rappresentazione non è giocato nei termini di una retorica di una prospettiva ma in una visione mobile, a-centrica appunto laterale. Ovvero si consente allo spettatore di entrare da una porta di servizio e non da quella monumentale e principale.
Gli artisti che coltivano la lateralità della danza sono dotati di una percezione sferica, non lineare e ci insegnano ad accogliere, nel nostro orizzonte di pensiero sulla danza, fenomeni e rappresentazioni che non puntano alla rivelazione di un soggetto o di una gerarchia.
Arriviamo all’ultima parola prescelta da Fabio Acca: “realismo inverso” con la quale si riferisce alla tendenza che pone al centro la realtà non come serbatoio didascalico al servizio della rappresentazione, ma al contrario che tende a una doppia funzione quando si parla di danza e cioè danza non necessariamente portatrice di senso e danza non necessariamente portatrice di movimento, ma piuttosto introduce la visione di una danza con la tecnica del movimento del pensiero.

Countdown to Solo In Azione 2015

Solo in Azione Festival is back on Thursday 2 July 2015 in Faenza during WAM! Festival:
Maruska Ronchi will perform SOLO QB, a Perypezye Urbane production.

There are still a few days left to contribute to the development of the performance on the web platform www.danceme.org.

Have a look at the creative process so far and share your comments (video, music, pictures, poems, texts)!

sign in with facebook

Keep Calm and DanceMe

What’s new on DanceMe: artist Maruska Ronchi is sharing the creative process leading to her food-themed performance on www.danceme.org.
Take a look at her cutting training and feel free to join her by posting inspiring comments!


www.danceme.org