5 Novembre 2024

Solo in Azione – Edizione 2007

  

SOLO IN AZIONE

I edizione

2007

con il patrocinio e il contributo di

comu

E con il patrocinio di

regione 

Il progetto della rassegna SOLO IN AZIONE

 

SOLO IN AZIONE è movimento in azione, non finalizzato alla pura decorazione coreografica. Ci interessa il movimento che si compie e agisce in modo unico, proprio perché proviene dall’unicità di chi danza: è movimento che caratterizza  l’artista nella sua ricerca. Proponiamo l’unicità dell’Io in movimento, dell’Io in azione che (si) pone una domanda attraverso l’azione del proprio movimento.  No alla sistematica ed assertiva sequenza danzata che formalmente si riconosce come progetto chiuso e fine a se stesso.

SOLO IN AZIONE è –  appunto nella forma del solo – danza e movimento che si impegna a deragliare da binari già percorsi e già riconoscibili. Questa rassegna si propone di dare spazio alla forma del solo. Si rivolge quindi a singoli performer. 

 


 

 Programma della rassegna

 

30 Giugno – Enzo Procopio, Ozen

 

             work in progress

un’idea di Enzo Procopio e Maddalena Borasio

 

Insegnante e coreografo dal 1987, nel 1994 é stato invitato quale “visiting choreographer” dalla facoltà di danza della New York University. Nel 2000 fonda a Milano insieme a Maddalena Borasio TILT, un centro  dedicato alla danza contemporanea.

Autori di videodanza, le opere di Enzo Procopio e Maddalena Borasio sono state proiettatte anche al Lincoln Center for Performing Arts di New York, al Macro (Museo d’Arte Contemporanea) di Roma, alla Villa La Colombaia di Luchino Visconti a Ischia, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alla Triennale di Milano e al Teatro Valli di Reggio Emilia.

 

             Jeremy Nelson, Solo

 

Jeremy Nelson è stato danzatore di Stephen Petronio dal 1984 al 1992, e poi di nuovo come ospite solista nel 1995. Nel 1991 è stato insignito del Bessie Award come miglior performance e nel 2004 ha ricevuto la Guggenheim Memorial Fellowship per la coreografia. A New York presenta il proprio lavoro dal 1994, presso la Judson Church e al Lincoln Center Out-of-Doors, il Danspace Project,il PS 122, e presso il Dance Theater Workshop, dove ha presentato nel Settembre 2006 il suo ultimo spettacolo, Mean Piece. Fuori da New York, ha presentato le proprie performance a Caracas, Barcellona, Montreal, Berlino, Santiago del Cile, Norimberga, Tokyo, Finlandia, Inghilterra, California, Uruguay, Buenos Ayres, Slovacchia e Spagna. Siamo felicissimi di ospitarlo anche in Italia, a Milano, allo Studio28.

 

 

17 Luglio – Kataklisma, Istruzioni per la sopravvivenza

             di e con Elvira Frosini e Ilaria Patamia

 

Istruzioni, regole, segnali, reticolato di messaggi che coinvolgono imprevedibilmente lo spettatore ponendogli il quesito della passività, gioco serio tra il bosco dei segnali della civiltà e la presenza sotterranea della violenza e della precarietà sotto la mappa apparentemente rassicurante  delle regole civili.

“Il ridurre-a.oggetto: non è questa la fonte principale della violenza? La feticizzazione , all’interno della comunicazione pubblica, di uomini e processi vivi e contraddittori, fino a cristallizzarli in pezzi prefabbricati e quinte teatrali: morti essi stessi, e che uccidono gli altri.” (Christa Wolf – Premesse a Cassandra)

 

kataklisma è tra le compagnie emergenti della nuova scena romana  nel panorama del nuovo teatro contemporaneo.

 

E’ un gruppo indipendente di progettazione produzione e ricerca . Conduce una ricerca orginale sui linguaggi scenici ponendo al centro del proprio lavoro il problema fondamentale della rappresentazione e partendo dal dato fondamentale di un’epoca in cui la realtà e i suoi diversi livelli sono immersi ed oggettivizzati nella rappresentazione, iperesposizione, banalizzazione ed uso retorico della comunicazione.

 

Noi affrontiamo questo dato mettendo al centro il corpo come elemento originario, conducendo un lavoro di teatro fisico che prescinde e non pone a priori questioni di generi e mezzi, ma vuole lavorare sugli elementi alla radice del teatro come il rapporto con lo spettatore, il palcoscenico, il rapporto con le immagini e la possibilità di creazione di senso.    La fluidificazione dei mezzi espressivi e la eterogeneità continua degli stessi, la modificazione continua del contesto o la sua distruzione e ricostruzione continua, la possibilità di tollerare la frammentazione e la dispersione (dei linguaggi, del senso, delle immagini, dei mezzi e delle condizioni stesse della creazione), la transitorietà e provvisorietà dell’azione, l’incongruenza e la desertificazione, l’ostinata ricerca nella banalità dell’ovvio quotidiano, un’ironia di fondo mai finalizzata e il rapporto con un certo orrore sotterraneo installato sotto o dietro il quotidiano e la sua modificazione sistematica (cioè fatta sistema) e spettacolarizzazione definitiva: questi sono gli elementi sui quali kataklisma incentra il proprio lavoro.

 

 

             Tino Schepis, Zero

            Di e con Tino Schepis

 

Nasce dalla riflessione sull’evidenza di un corpo che esiste per sua natura in quanto tangibile. Da qui l’esigenza di spogliare, scarnire per riassettare una nuova memoria. Corpo come veicolo percettivo e strumento sonoro. Senso di smarrimento nell’attraversamento di zone dello spazio causato da camminate sgangherate e da un’instabilità, tradotta in partiture liquide non consequenziali. I luoghi dove il corpo dimora momentaneamente in attesa di una rinascita mettono l’individuo in condizione di essere osservato.

 

Tino Schepis, milanese di nascita, si forma inizialmente allo Steps di New York con il maestro Daniel C.Tinazzi. Continua il perfezionamento con esponenti importanti della danza italiana e internazionale tra i quali Roberto Zappalà, Virgilio Sieni, Ivan Wolfe Stephen Petronio e Maguy Marin.

Lavora nel 1998 come danzatore con Ariella Vidach Monica Farné ed Enzo Procopio. Nello stesso anno entra nella compagnia di Eugenio De Mello con cui lavorerà sia in Italia che all’estero. Nel 2000, avvia una ricerca personale sul mondo animale che lo condurrà l’anno successivo alla creazione di un assolo intitolato “Spettri”. Da questa produzione scaturisce MPR 2020, evoluzione di “Spettri” basata su un dialogo che coinvolge altre forme. INTRO>SPECTIVE, la nuova creazione di Tino Schepis in coproduzione con Mosaico Danza, ha debuttato nel 2003 al Festival Lavori In Pelle. Nel 2005 realizza AQUARIUS che debutta al Teatro Fondamente Nuove di Venezia.

Gli spettacoli sono andati in scena ai festival: La Danza del III Millennio Teatro Due (Pr), Adda Danza (Mi), Contrappunti Torino, Drodesera Festival Dro (Tn), Danza Estate (Bg), Danza Urbana (Bo), Lavori in Pelle (Ra), Greenwich+Docklands Londra, AND Visioni di Danza (Fe).

 

 

18 Luglio – Cristine Sonia Baraga, Conciossiacosachè

             di e con Cristine Sonia Baraga

 

Lavoro di ricerca su Attendere: l’attendere, aspettare, l’indugio; Attendere: dal latino ad tendere – distendersi, volgere a un termine, inclinare, mirare, aspirare, dar opera a qualcosa, por mente, tendere lo spirito, stare in attesa. Attenzione: riguardo, cura, osservare, por mente. Attento: che tiene i sensi e l’animo fissamente rivolti a chicchessia. Attentato: tentare, mettere mano a qualcosa, sinonimo di tentativo, assalto aggressione. Attendista: chi non prende posizione.

 

Cristine consegue il diploma universitario “ professional contemporary dance” con major in dance performance (choreography, ballet and modern dance techniques) presso la Salzburg experimental academy of  dance (SEAD) di Salisburgo. Partecipa poi a IFA (Inteatro Festival Academy),fondata e promossa da In teatro Festival e  Ente Nazionale di Promozione della Danza, programma permanente di formazione e ricerca a carattere intensivo e residenziale, sul rapporto tra Creazione coreografica e altre arti performative. Nel 2006 lavora a “Baoliches” –Segmenti di un sogno- per Inteatro Festival di Polverigi (Ancona).

 

                          

Marta Ciappina, Breathing space

             Coreografia: John Jasperse

 

Un solo costruito attorno alla necessità del respiro. Respiro, che riempie lo spazio, attimi di respiro, prima di ripartire, che danno forma sonora alla fisicità, ritmando passaggi pubblici e privati. Azione e riposo, attività elementari che si susseguono nel tempo di una giornata-tipo, scandite dal ritmo sincopato del movimento, irregolarità inevitabile tra silenzi e accelerazioni.

 

Inizia a studiare danza moderna (tecnica Graham) al teatro Carcano di Milano. Studia e si diploma presso l’Accademia di Danza Contemporanea di Milano sotto la direzione didattica di Ariella Vidach.

Si trasferisce a New York dove studia al Movement Research, al Trisha Brown Studio e con i piu’ interessanti coreografi newyorkesi, John Jasperse e Stephen Petronio.

Negli ultimi anni collabora con John Jasperse (New York), Luis Lara Malvacias (New York), Wei Meng Poon (Catania), Motus (Parigi), Ariella Vidach (Milano), Aconcoli danza contemporanea (Milano), Stefania Trivellin (Milano), Studio Festi (Varese).

Dal 2006 collabora con la Compagnia Perypezye Urbane,che affianca alla ricerca sul codice danza,l’interesse per le tematiche che riguardano il rapporto tra corpo ed urbanita’.

 

19 Luglio – Giuseppe Esposito, Studio per Addiction

 

             work in progress

 

Dopo una formazione biennale di teatro fisico al Teatro Kismet Opera di Bari con Robert McNeer, inizia il percorso formativo di danza L’Arte del Percepire con Ornella D’Agostino e successivamente intensifica la tecnica contemporanea con Enzo Procopio, Ariella Vidach, Jeremy Nelson e l’improvvisazione con Kirstie Simson e Khosro Adibi. Nel 2005 fonda con Giovanni Sabelli la Compagnia Perypezye Urbane che ha prodotto sette video selezionati per Visionaria e Premio Arti Visive San Fedele e di cui uno ha vinto il premio “Un minuto di periferia”, indetto dal Circolo Culturale Bertolt Brecht, e promotrice di una mostra di videodanza in contesti urbani sostenuta dal Comune di Milano e dalla Provincia di Milano nella primavera 2006. Nel Luglio 2006 va in scena presso il Festival della Musica di Varese la prima di Lotto 1, il primo spettacolo della compagnia Perypezye Urbane, di cui cura le coreografie. Nel 2006 vince la borsa di studio Movin’Up del GAI e parte per New York, dove approfondisce lo studio del movimento e della danza contemporanea presso il Movement Research e il Trisha Brown Studio. A New York studia con artisti quali: Vicky Shick, Todd Stone (Trisha Brown Company), Merceditas Manago-Alexander (Doug Varone Company), Luis Lara Malvacias, Levi Gonzalez, Ori Flomin.

Attualmente sta curando la nascita dello spazio performativo Studio28, spazio prove di Perypezye Urbane, centro per lo studio del movimento, e spazio performativo dedicato alle giovani compagnie di danza.

 

 

             Giorgia Maretta, Studio per Figura Morta con Natura

             concept: Giorgia Maretta, con Erika Faccini e interventi di Giorgia Maretta

 

Osserviamo Le Chat de “La Mediterranée”, Balthus (1949).

Un uomo con la faccia da gatto è seduto ad una tavola imbandita: un pesce nel piatto. Lo sta per mangiare. Un arcobaleno alle sue spalle “pesca” dei pesci che finiscono nel piatto del gatto oppure la coda dell’arco si trasforma in pesci: entrambe le letture potrebbero essere valide.

In mare, c’è anche una ragazzina, figlia di Bataille e futura amante di Balthus, a bordo di una barchetta, che si allontana con la mano alzata come in gesto di saluto, benché non sembra saluti il gatto ma un possibile astante esterno all’inquadratura del quadro. La barca viaggia in direzione dell’arcobaleno e tutto fa presagire che anche lei finirà nel piatto.

 

Giorgia Maretta

Coreografa, si diploma nel 2000 al corso di perfezionamento Professione M.A.S.. di Milano, diretto da Susanna Beltrami.  Frequenta seminari con diversi insegnanti tra cui Michele di Stefano, Virgilio Sieni, Cheryl Therrien, Coco Leonardi, Lutz Gregor,  Durante il corso di studi realizza le prime creazioni coreografiche per cui riceve il I° premio a Vignale Danza 1999 e Florence Dance Festival 2000. Nel 2001 fonda con J.Gandini, M.P. Cordella e A. Bortoloso l’associazione AstrattiContatti per cui realizza diverse produzioni ospiti a festival tra cui: Oriente Occidente; Rovereto; Danae, Milano; Creami, Milano;  Adda Danza, Milano; Les Satellites, Francia; Short Formats, Milano. Dal 2003 dirige con J. Gandini la rassegna Consenso e Contatto presso la Fabbrica del Vapore di Milano.

 

Erika Faccini

Studia presso il DAMS dell’Università di Firenze.  Ha iniziato la sua formazione artistica studiando danza classica presso l’Accademia Nazionale di danza a Roma.

Dal ’98 al 2001 ha approfondito i suoi studi presso il M.A.S. (Music, Art and Show) di Milano dove è entrata a conoscenza delle diverse tecniche (jazz, contemporaneo, teatro danza, contact improvisation, hip hop, flamenco).

Si è formata con importanti maestri in ITALIA: Susanna Beltrami, Virgilio Sieni, Sabrina Camera, Davide Montagna, Ludmill Cakalli,Virgilio Pitzalis, Daniel Tinazzi, ed in BELGIO:Kirstie Simson, David Zambrano, Khosro Adibi, Kurt Koegel, Rasmus Olme, Inaky Azpillaga e Juha-Pekka Marsalo e Muriel Herault(Ultima Vez Company),

Nel 2001 lavora nella compagnia “Opus Ballet” diretta da Daniel Tinazzi .

Dal 2001 al 2005 è danzatrice nella “Compagnia Virgilio Sieni Danza” (Firenze).

Attualmente collabora artisticamente come danzatrice con la compagnia teatrale T.P.O.(Prato) e con la coreografa Giorgia Maretta (Milano).

 

 

 

             Valentina Picco, K

             Coreografia: Valentina Picco, con Marianna Andrigo

 

K deriva dalla kappa dell’alfabeto greco, che a sua volta proviene dal fenicio Kaph, un simbolo che rappresentava una mano aperta. Se apriamo le mani possiamo ricevere ogni cosa.

Le mani conducono, agguantano e con maestria cancellano ogni traccia, si rendono invisibili nel buio della fuga. L’avventura delle mani del borsaiolo. “L’uomo pensa perché ha una mano” scrive Anassagora. Pensare con le proprie mani.

Silenzioso, scaltro, il ladro, gesti che tendono a celarsi pur nella velocità, niente divagazioni, muoversi senza lasciare traccia. Il passo è limitato, il percorso poco agevole, tra terra e cielo. La via dell’uccello: non ha cammini fissi, né indicazioni, è sospesa, senza lasciare impronta.

“Senza lasciare traccia alcuna

L’oca va e viene sull’acqua…

Ciononostante, non dimentica mai il suo cammino”

(Dogen Zenji)

 

Valentina Picco, si forma nell’ambito del teatro e della danza contemporanea. Nel 2004 ad Amsterdam inizia la ricerca in campo cinematografico collaborando come montatrice con NoTV Visual Music, centro di video produzione, e continua i suoi studi in ambito performativo come assistente alla coreografia dell’artista olandese Anouk Van Djik per il progetto “Stau”. 2004 – 2007: continua la propria ricerca in ambito visivo (studia con il regista italiano Marco Bellocchio -Fare Cinema luglio 2004-, lavora come assistente al casting nel film “Quando sei nato non puoi più nasconderti” diretto da Marco Tullio Giordana) e come ideatrice di progetti coreografici.

 

Marianna Andrigo, si forma come danzatrice classica; dal 2000 al 2003 studia danza contemporanea e teatro presso l’Accademia di Danza Contemporanea diretta da Ariella Vidach a Milano. Incontra nel 2003 Cesare Ronconi ed entra a far parte del Teatro della Valdoca. Nel 2004 inizia la sua collaborazione come interprete per la Compagnia di Danza Verticale Il posto. Dal dicembre 2006 partecipa come danzatrice al progetto “The migrant body” ideato da Operaestate Festival Veneto – Italia con Parnu Endla Teater – Estonia, Fundatia Cultural Project DCM – Romania, Dansateliers – Paesi Bassi, Marseyside Dance Initiative – Regno Unito.